21. ott, 2022
Stamattina in corsa, complice un pelo di raffreddore per cui ringrazio i miei piccoli untori scolastici quotidiani, pensavo al respiro, e a come tante volte io mi renda conto, ad un certo punto della giornata, di vivere in apnea. Parlo tanto, mi muovo tanto, e se il respirare fosse un' attività che il cervello deve imporsi di fare e non automatica come fortunatamente è, probabilmente ad un certo punto cadrei a terra come una pera cotta per mancanza di ossigeno. Ad un certo punto il mio corpo mi chiede ossigeno e mi fa tirare un gran sospiro, grazie al quale sento ogni organo irrorarsi di aria buona e fresca, come un germoglio che finalmente vede cadere su si sé una buona pioggia ristoratrice, ma poi ripiombo nel mio stato di affanno che mi porto dietro per tutto il giorno. Trattengo il respiro mentre qualcuno mi parla, non respiro a sufficienza mentre io stessa sproloquio in giro, non respiro mentre mangio perchè sono sempre di corsa e ingurgito tutto che se ci fosse un frullato sarebbe anche meglio. Poi corro. E li, finalmente, respiro. Con il naso per lo più, con la bocca a volte, e respira tutto di me, ogni mia singola cellula prende finalmente vita e colore e si rianima.
Non ci faccio caso quasi mai, a questa mancanza di ricambio d' aria, ma quando succede mi chiedo come ho fatto a sopravvivere fino a quel momento del giorno senza fermarmi e senza pensare ai bisogni primari del mio corpo. E' possibile che la vita così accelerata faccia dimenticare persino un' attività così naturale e indispensabile, e solo concentrandomi riesca a soddisfare questo bisogno intrinseco?
Purtroppo capita. Proviamo a farci più attenzione e contare i respiri, la loro profondità, e quanto sia piacevole introdurre quella famosa "boccata di ossigeno", quel refresh che fa migliorare la performance e porta aria nuova tra le idee.
Respira...