12. set, 2022

Siamo la nostra fatica?

Mi domando spesso cosa sia la fatica, e quanto la sua percezione sia diversa da persona a persona. Per quanto mi riguarda, ho fatta mio e tatuata una frase di Nico Valsesia: "La fatica non esiste", che poi è anche il titolo del suo libro che ho divorato e che rileggo spesso. Non penso davvero che la fatica non esista, perché ci sono momenti di scoramento assoluto in cui davvero mi pare di essere arrivata al limite, ma il più delle volte non è una sensazione fisica, quanto più mentale. Fatica a portare avanti la quotidianità, a sopportare i mille pensieri che circolano in testa, a trovare soluzioni a problemi e superare situazioni grame che spesso sono altri a provocare ma a cui poi c' è da porre rimedio. Fatica a non star dentro nel far tutto alle ore di veglia che il giorno regala, nonostante la giornata parta presto, a dialogare con le persone, soprattutto in un lavoro come il mio in cui la relazione è tutto, in cui la fiducia che deo trasmettere è la parte più importante. Poi si, c' è anche la fatica fisica, la difficoltà di capire quando il corpo chiede pietà e riposo, la MIA difficoltà in particolare. Perché io non la sento, la fatica fisica, o meglio la sento ma la sopporto tanto, non mi spaventa e anzi mi piace provarla perché significa che ho lavorato sodo, e che magari stanotte riuscirò pure a dormire decentemente. L' iperattività che mi contraddistingue non è sempre un bene, anzi, dalla scuola è addirittura considerata come un disturbo, e probabilmente lo è, ed è forse per questo che in classe mi ritrovavo spesso castigata dietro alla lavagna dalla maestra che non ne poteva più del mio ballonzolare tra i banchi, chiacchierare e non prestare a lei l' attenzione che dovevo. Quando riposo però, di contro, mi sento inutile, e comunque ci sono talmente tante cose da fare che mi pare proprio una perdita di tempo. "Tanto mi riposo dopo" penso. Certo! sul divano la sera quando crollo come una pera davanti alla tv, con buona pace di un marito che ci si incontra solo al crepuscolo quando ormai la mia giornata dura da un numero imprecisato di ore e le connessioni cerebrali cominciano ad essere un tantino fritte. Darsi tempo, darsi tregua. Un sogno che tante di noi inseguono per tutta la vita. Perché tante di noi so che sono così, ferme si sentono inutili, e così sono animate dal moto perpetuo di trovare sempre qualcosa da fare, anche se i minuti liberi sono 10, ma non vorrai mica svaccarti in poltrona giusto? e magari pure concederti il lusso di accendere la tv o leggere un libro, un giornale, due parole crociate.. giammai! Eresia! So che ci siete, donne instancabili e stakanoviste, la fuori. Come gestite quest' ansia perenne da stacanoviste, workaholist delle incombenze quotidiane?