4. set, 2022
Ieri ho visto cadere la prima foglia da un albero. E' autunno, ahimè e per fortuna: non posso dire di esserne contenta, non posso dire che mi dispiaccia. Settembre è sempre un inizio e una fine. L' estate è una sorta di periodo statico che permette poca possibilità di azione, il caldo, le vacanze di tutti, le autostrade ripiene, la voglia di tirare il fiato, insomma un periodo terribile per chi come me fa fatica a frenare e lo deve fare per forza. L' estate con la sua luce forte, accecante, mette in risalto ogni increspatura dell' anima, costringe a guardare tutto come se si fosse in un camerino da grandi magazzini, con la loro luce impietosa che non nasconde nulla, anzi se è possibile accentua difetti e crucci. Settembre ha la sua luce morbida, ha i suoi frutti dai colori tenui che calmano pensieri e inducono alla riflessione su quello che vorremmo essere o diventare. Come un contadino ubbidiente semino durante tutto l' anno, lascio che il gelo e la neve proteggano sogni e progetti e poi li curo e li innaffio durante la stagione torrida in modo che non patiscano, e finalmente in autunno posso iniziare a raccogliere i prodotti del lavoro di mesi, di sveglie all' alba e duro lavoro che non conosce pause e riposo, ma che ha sempre bisogno di attenzioni e dedizione per crescere nel modo migliore possibile. Raccolgo da terra le nocciole degli alberi dietro casa, le mandorle che cadono nel giardino di casa, e gustandole penso a quanto la natura sia pronta a rispondere ad ogni sua esigenza, e a come dovrei esserlo anche' io, rispettando di più i miei tempi, il mio corpo, la mia vita. L' intelligenza atavica di animali e piante, che obbediscono solo al circo delle stagioni e al cambiare della luce, dovrebbe ispirare l' uomo a fare altrettanto, ascoltare di più le sensazioni, che invece sono viziate da altre priorità ed esigenze lavorative, familiari e chissà che altro. Alzo gli occhi verso il cielo, vedo le fronde degli alberi che cambiano colore e la prima foglia che mi cade davanti durante la mia corsa, so che mi vuole dire qualcosa, mi fermo e la prendo, è a forma di cuore, è marroncina e ancora tenera, non secca. Tienimi con te, sono parte del grande spettacolo della natura che cambia e mi sacrifico per l' albero cui appartengo. Tra poco faranno lo stesso anche le sue compagne, che hanno condiviso con lei il vento caldo, la pioggia, la grandine dei temporali, ed ora è tempo di fare spazio alla novità, che è il grande cerchio della vita e anche della morte, della fine. Che altro non è che un mutamento sotto altra forma, una maturazione verso nuova luce, nuovi orizzonti aranciati.