28. ago, 2022
Ci sono giorni, come oggi, in cui la mia testa è un vulcano, di quelli tosti eh, di quelli che quando decidono di esplodere lo fanno con tutti i crismi. Di quelli che se gli esperti intercettano le intenzioni, c' è da evacuare la zona 24 ore prima, prendere i propri stracci e battersela a gambe levate. Comincio a dare avvisaglie qualche giorno prima, un paio di lapilli sparati per aria, così, per avvertimento. Poi il fumo, che inizia ad uscire dal cratere e non promette nulla di buono. E infine la bomba, sputo fuori magma, cenere, pietre, e tutto ciò si sia accumulato tra un episodio catastrofico e l' altro dentro di lui, e di me. Sono episodi che si verificano in concomitanza con dei cambiamenti, con inversioni di rotta, in questo caso con la fine delle vacanze. Mi sento come se non riuscissi a respirare per tutti i pensieri che mi si accavallano dentro, opprimendomi il petto e dandomi un senso di pesantezza che mi sfinisce e che costringe tutto il mio corpo ad utilizzare energia supplementare per trascinarsi nelle ore che mi serviranno a vomitare fuori tutti i detriti. Tanti vulcani dopo un' eruzione monumentale si autodistruggono, implodono o esplodono e di loro rimane una misera montagnetta senza dignità. Io per ora resisto, anche perché ormai li conosco questi momenti, e cerco di sopravviverci e venire fuori nonostante la lava raggiunga temperature terribili e tenda a distruggere tutto ciò che trova sul suo cammino. Come un mago metto davanti al flusso incandescente una mano e provo a deviarne la rotta, a fare in modo che non travolga paesi e campi, che magari si butti nel mare e si spenga sul freddo fondale roccioso. C' una differenza sostanziale, però, tra me e il vulcano: di questo tremendo avvenimento non si accorge nessuno, rimane tutto dentro di me. Capita qualche scossa simile ad un mini terremoto, la mia espressione spesso cambia e si incupisce, la mia stanchezza si moltiplica, ma se non si riconoscono questi piccoli dettagli, all' esterno il fuoco e gli incendi non si notano. Per fortuna. Solitamente il giorno dopo nulla di questa piccola apocalisse interiore è più presente, dentro di me. Resetto e uso la cenere rimasta sul cammino della lava come fertilizzante prezioso per ricominciare a piantare idee, progetti, cambi di rotta, è un booster incredibile per l' agricoltura e l' economia della mia testa, una sorta di limo depositato da una mano santa per permettermi di crescere ancora un pò. Come sempre è difficile tenere a bada la catastrofe, ma quando si inizia a conoscere il nemico tutto viene un pò più facile da gestire. Basta ascoltarsi, basta leggersi dentro.