6. giu, 2022

Guerra e pace

Il terrazzo, le lucine, io, te. Tutto perfetto, bellissimo. La casetta che abbiamo sognato, desiderato, fin da quando l' abbiamo vista, una sera al tramonto. Finalmente lo sguardo poteva allargarsi sulla' orizzonte, sui tetti delle case, finalmente il sole poteva entrare e illuminare, e scaldare. So che non mi manca molto, lo sento. Ogni giorno sono li per spiccare quel salto, come uno dei merli che ci viene a trovare: lui si butta dalla balaustra del balcone, non pensa, non si chiede. Si butta, e poi spiega le ali e tutto si risolve. Io dovrei fare esattamente come lui. Chiudere i pensieri, addormentarli e buttarmi. Non ho le ali, ma ho la tua mano che mi tiene salda, ho la tua anima che sente ogni mio cambiamento e mi accompagna a comprenderlo meglio. Non avevo queste risorse le altre volte, non avevo te, che mi conosci e mi leggi come nessun luminare potrebbe mai fare, perché è l' amore che fa tutto questo, perché se non c' il cuore in ciò che si vive, tutto rimane grigio e le sfumature si appiattiscono, e le emozioni non si vedono.

La cena sul balcone, il nostro, finalmente, e non quello di una casa in affitto al mare. La cena sul balcone, per scacciare i brutti pensieri di un nemico invisibile che mi guarda acquattato tra una fetta di pane e il pesce alla griglia, evito il suo sguardo, distolgo il mio. E' sempre questa la battaglia che combatto, pasto dopo pasto, giorno dopo giorno. Purtroppo, qui non puoi accompagnarmi, mi tocca lasciarti in trincea e lanciarmi tra i bombardamenti, schivando mine e colpi di mortaio.

Per fortuna, ci sono angoli del mio pensiero che sono inaccessibili a chi non ha mai vissuto preda dei deliri alimentari, ossessivi, onnipresenti.

Ogni giorno dico basta, ogni giorno quel basta è la mia sconfitta, come chi ogni lunedì afferma che "oggi inizio la dieta". No. E' un quotidiano stillicidio, una continua tortura, autoinflitta per di più, per questo ancor meno tollerabile. C' è tutto un mondo sommerso dietro questi pensieri, un dietro le quinte che nessuno, nemmeno il più curioso degli spettatori teatrali, vorrebbe davvero conoscere.

Tu si, tu sei il più coraggioso e infili la testa tra i tendoni di pesante broccato del palcoscenico, esci dalla trincea insieme a me e combatti con me, per me, mi guardi le spalle. E il teatro, e la trincea, si trasformano in un attimo nel nostro quieto balcone, accarezzato dai raggi di sole del tramonto, e tutto si calma. Per un pò, fino a domani.