13. dic, 2021
E' una mattina freddissima e vado incontro all' alba: l' autostrada è quasi vuota. Mi piace guidare. Penso che l' unica cosa che mi spaventa è proprio il gelo che chiude la pianura padana in una morsa poco ospitale, ma il sole prima o poi inizierà a scaldare, e anche il movimento aiuterà a disincriccare i muscoli induriti dal pre partenza.
A Reggio Emilia è una festa grande la maratona: tricolori ovunque, i bersaglieri che suonano l' inno, gli alpini che fanno da apripista e i ragazzi scout volontari per noi pazzi dello sport.
E si parte.
Non ho bene idea di quello che sto facendo, non corro così tanto da più di due anni. Mi ripeto però che il corpo ha memoria, e che l' ha già fatto tante volte. Sono in buonissima compagnia e questo mi rinfranca e mi da fiducia. Sfiliamo per le vie del paese e poi verso la campagna emiliana, un panorama che amo, le colline innevate sullo sfondo, le corti e le aziende, i caseifici, le signore sui cancelli.
E' dura, il percorso è mosso e ammazza le gambe, che però, inaspettatamente, continuano a macinare sotto di me.
Ad un crocicchio ad aspettarci ci sono un cane, una mucca, un asino e dei fumogeni che ci accecano e ci mozzano il respiro, ma l' accoglienza è stupenda e ci passiamo sopra se tentano di intossicarci. Tentano anche di ubriacarci con vino e birra ma resistiamo.. o forse non tutti resistiamo.. ma procediamo.
Nel sole, venticello che taglia la faccia. Salite, discese, il bar degli aperitivi e il popolo che alza i calici per noi. Uno spettacolo.
La riva del Crostolo e la gente che cammina nella domenica assolata, suonano le campane di Reggio e siamo in città. Il tifo, come sempre, mi commuove. I bambini che mi danno il cinque poi, mi fanno sciogliere proprio,e sono io che vado a cercare loro, il più delle volte.
Ho perso da un pò il mio compagno di gare, non senza rimpianto perché partire insieme equivale un pò a farsi una promessa, e di traguardi insieme ne abbiamo tagliati tanti.
So che capirà, ma un pezzettino di cuore è li con lui.
Accelero il passo, perché ne ho, e se ne ho ancora vuol dire che sto facendo un buon lavoro, che mi sto allenando bene, che sto mangiando bene e il muro dei 30 chi lo ha visto?
Oggi al trentesimo ho accelerato.
Sorriso, lacrime, gioia, così taglio il mio traguardo.
Ci sono stati traguardi incazzati, imbruttiti, tristi, e mi sono detta mai più.
La corsa deve essere SOLO gioia, per noi che ogni giorno corriamo non solo per sport ma anche per vivere, lavorare, esserci per tutti e fare tutto questo nel migliore dei modi.
La corsa deve dare energia, non toglierla, e farci godere di ogni istante di essa.