11. nov, 2021

Wabi Sabi che...??

Il wabi sabi è un'affascinante visione del mondo e della vita che deriva dall'estetica giapponese.

Ci aiuta a cogliere la bellezza nell'imperfezione, ad apprezzare la semplicità e ad accettare la natura di ogni cosa. 

Il wabi sabi è un antidoto zen ad un mondo che si muove sempre più velocemente e sempre in maniera più orientata al consumo.

Cosa ci insegna? Molte cose utili nella vita come nella corsa.

A rallentare 

A ripristinare un rapporto con la natura

A semplificare la nostra vita

A vivere al ritmo delle stagioni, osservando i dettagli

Ad apprezzare la bellezza di una vita "perfettamente imperfetta"

"il wabi sabi è un'inspirazione profonda ed un'espirazione lenta, il riconoscimento di uno stile di vita semplice, lento, naturale."

Lentezza, questa sconosciuta. Domenica ero in poeticamente in fila per il bagno prima della partenza della mezza maratona del lago Maggiore, e ho intercettato la conversazione di due ragazze dietro di me, che parlavano, appunto, della loro velocità:

"Sono lenta, la chiuderò in 2ore e 20" e di rimando l' altra: "Io non faccio più dei 6 al chilometro.." scuotendo amaramente la testa. Io e la mia linguaccia non siamo riuscite a frenarci: "La velocità è sopravvalutata" ho filosofeggiato, con il tono della voce del Buddha in persona. Ma. Ma non è stato così semplice arrivare a questa invece semplice affermazione. Anni di lotte, di tentativi di chiudere una maratona sotto le 4 ore che mi portavano al traguardo delusa, imbruttita e convinta di non saper correre, di non esserci portata perché andavo PIANO. Ma piano rispetto a chi? A Kipchoge? Ehmbè, obiettivo altino.. Rispetto al vincitore della tapasciata del salame delle terre verdiane? Ma dai..

La domanda che ci dobbiamo fare invece a mio avviso è un' altra: Ci divertiamo correndo? Ci entusiasmiamo all' idea di mettere le scarpe e partire? Perché quello è il bello di una passione, l' entusiasmo nel portarla avanti. Io non sono veloce, ma sono resistente, e posso correre per tante ore senza che il giorno dopo pensi "Che palle devo ancora correre". Non deve stancarci mai, ecco il segreto. Lentezza, imperfezione del gesto, che importa. Serve a noi, solo a noi, questo momento di riflessione in una giornata al fulmicotone. Capito il Wabi Sabi?