10. nov, 2021
C' è qualcosa di romanticamente decadente a passeggiare in bici in autunno. In estate si sa, fa caldo, muoversi in bici è una salvezza. Sebbene io sia sempre stata un bel gatto di marmo sulle due ruote, non ho mai disdegnato il senso di libertà che esse possono dare. Ultimamente poi, complici i meravigliosi giri in moto con Davide, la macchina mi sta sempre più stretta.
Ieri minacciava pioggia, ma ormai penso di aver sviluppato la possibilità, all' occorrenza, di munirmi di branchie vista la quantità d' acqua presa in corsa, quindi anche le condizioni meteorologiche avverse ormai sono sdoganate per me. Per dirla con Aldo Rock, non esistono condizioni climatiche avverse ma solo esseri umani pigri, quindi.. inforco il potente mezzo di quarta mano che mi è stato appioppato e via sulle sante ciclabili della civile Lombardia, che invece scarseggiano ahimè nelle ridenti campagne emiliane, dove per gli spostamenti rischi la vita con qualsiasi tipo di trasporto che non sia un bilico super corazzato.
E inizia la magia. Le ruote incontrano il tappeto di foglie che fruscia, qualche goccia scappa dal cielo nuvoloso e bigio ma non ha veramente voglia di bagnarmi, mi sfiora quasi a salutarmi e poi si ritira in pace, lasciandomi pedalare. E' sempre stato un sogno per me andare al lavoro in bicicletta, ed ora che lo ho realizzato sarà per poco, visto l' imminente e attesissimo trasloco verso paesi più lontani dal luogo di lavoro. Intanto però sfrutto il privilegio, alla grande. Faccio un giro più lungo di quello effettivamente utile per raggiungere la scuola, esploro qualche via dove mai ho il tempo di addentrarmi in altre situazioni, scopro un angolo che non conoscevo. Per me questa è magia. Per me anche questa è libertà.