5. nov, 2021
La potenza si può dosare? Non penso solo alla potenza fisica, ma anche a quella mentale, anche a quella delle emozioni, dei sentimenti. Siamo abituati ad essere morigerati nelle nostre manifestazioni affettive, o, al contrario di contrasto e disaccordo. Ci tratteniamo. Abbiamo filtri. E lo si capisce bene guardando i bambini, che filtri non ne hanno ancora e buttano fuori il loro pensiero non solo con le parole, ma con i fatti, con le espressioni, con un disegno, un gesto di stizza che non ti aspetti. La società ci impone un certo modo di fare, dire, addirittura pensare. Ci sentiamo in colpa all' idea di "odiare" qualcuno, perché l' odio non è mica un sentimento da sbandierare. Ma da sfogare si. Perché i sentimenti forti non svaniscono: un risentimento forte, un amore folle. Rimangono a galleggiare come alghe melmose e ci avviluppano alla prima occasione. Non serve perdere il controllo, non serve nemmeno imbrigliare la potenza di certe sensazioni però, perché poi ci fanno implodere e ci rosicchiano da dentro come tarli nei vecchi mobili, e fanno anche lo stesso rumore, di qualcosa che cede, che prima o poi il logorio eroderà fino a far crollare la diga. Non dobbiamo esplodere, ma dosare. Come in una gara: partiamo piano, conservativi, facciamo un check delle nostre condizioni fisiche, di come ci sentiamo mentalmente, i primi metri sono i più duri ma poi la strada si dipana ai nostri piedi e ci sorprendiamo a pensare a qualcosa che va oltre l' atto della corsa. A noi, al passato, al futuro, ai progetti. La potenza che sentiamo bruciacchiare nelle gambe la teniamo per gli ultimi chilometri, ed è li che impariamo a dosare non solo i nostri muscoli, ma a disciplinare anche le nostre emozioni. Impariamo sempre qualcosa, dal nostro corpo. Sempre.